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Era qualcosa tipo l’estate 

nel suo miglior agosto

era un viaggio per fabbricare vesti

che mancavano

era una mappa arrogante, che si ritiene

la miglior approssimazione della realtà

fino a quando non viene sostituita

da una sua stessa versione successiva.

Era uno sbarco al termine del quale ti chiedi

quale sia la cosa più strana

te stesso, o la terraferma.

Era troppo tardi per viaggiare

o anche

solo

per trovare una ragione 

per farlo sembrare ancora ragionevole.

Quanto a me

ero morto

ero un feto

ero incinto

ero la smorfia del giocatore di poker

che sa di aver appena pescato la carta perdente

ero appena nato

ero il fotografo di un santo, che ride

devo tornare a quella camera, nera

sordida

devo tornare da quella cosa, nera

umida, che ho lasciato in mezzo alla strada

devo tornare a essere

vallata di terrazzamenti

verdi

che si ripetono.