Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
I cavalli sudano sangue,
Come quel giorno nella valle di Fergana
È un inganno minore, un trucco da caravanserraglio
Da cacciatori di pecore di Marco Polo.
Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
Gli alberi sono in cenere
Non potevo salirli perché non so come si fa
Nessuno me l’ha insegnato.
– E mi spiace oggi essere qui, mi spiace non esserci.
Ma quand’è stato il momento in cui
Il concetto di promessa
Ha superato
Quello della speranza?
Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
16 milioni di uomini hanno lo stesso DNA di Gengis Khan
A esplicitare la cifra del nostro onanismo
Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
Tipi di frutta secca di cui ignoravamo l’esistenza
E che ora costituiscono la base della nostra nuova dieta
Uva sultanina, halva, qualcosa di disidratato, digiuno.
Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
Le pisciate notturne nel deserto
In piedi, l’aria della sfida resa ridicola dal sostegno del membro
L’orrore degli scorpioni.
Fuori dalla finestra di una stanza a Samarcanda
I nidi finti delle cicogne inibiscono la riproduzione
Accogliendo al contempo tutte le cose che non riesco a contenere
Tutte quelle che non mi riescono a contenere.
Dentro la finestra di una stanza a Samarcanda
Il mio riflesso con filtro islamico
– E scusa se assomiglio a qualche tuo parente
E anche a qualche mio
Il nostro compito generazionale è di evolvere
Ma non possiamo esimerci dal possedere radici.
Le altre lezioni le ho dimenticate
Fuori dalla finestra di una stanza
a Samarcanda.
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